L’aereo della Japan Airlines arriva in ritardo: possiamo ancora ottenere una riparazione?

Un regolamento europeo stabilisce che in caso di ritardo del volo, il vettore deve offrire ai propri passeggeri cibo e bevande sufficienti gratuitamente in base al tempo di attesa previsto, sistemazione in un hotel e trasferimenti quando il ritardo persiste durante la notte, nonché due telefonate (o fax o e-mail).

Aereo con cinque ore di ritardo: oltre alla compensazione, cosa dovrebbe offrirti l’operatore giapponese?

Se il ritardo supera le cinque ore, la compagnia è tenuta a offrire a ciascun passeggero la continuazione del viaggio o il rimborso del biglietto. Il regolamento non prevede un risarcimento forfettario come nel caso della cancellazione del volo. Ma la Corte di giustizia dell’Unione europea ha deciso che, per ritardi di almeno tre ore, il passeggero ha il diritto di chiedere un risarcimento – come nel caso della cancellazione – a meno che il ritardo non sia dovuto a circostanze straordinarie.

La Corte di giustizia europea obbliga le compagnie aeree, tra cui Japan Airlines, a risarcire i propri passeggeri per ritardi di oltre tre ore, tranne in circostanze eccezionali sulle quali non hanno alcun controllo. La Corte di giustizia europea conferma la sentenza Storione che equipara i passeggeri sui voli in ritardo di oltre tre ore a quelli sui voli cancellati, e quindi dà loro diritto a un risarcimento forfettario compreso tra 250 e 600 euro. La sentenza in appello conferma che i passeggeri delle compagnie dell’Unione Europea “che hanno raggiunto la loro destinazione finale tre ore o più dopo l’arrivo previsto” possono chiedere un risarcimento, sui voli serviti da un operatore che non fa parte di uno dei 27 paesi dell’UE come Japan Airlines purché il ritardo sia registrato su un volo di linea da una destinazione europea.

I vettori aerei possono rinunciare al risarcimento per i loro clienti in grado di dimostrare che il ritardo significativo è dovuto a circostanze straordinarie che non avrebbero potuto essere evitate anche se fossero state prese tutte le misure ragionevoli, vale a dire circostanze al di fuori del controllo del controllo della loro forza lavoro.

Il tribunale europeo specifica in un’altra sentenza che le compagnie aeree devono compensare i passeggeri a cui è stato negato l’imbarco in caso di sciopero o durante i collegamenti persi, quando il passeggero non è in colpa, in particolare in situazioni di overbooking o quelle legate ad altri motivi, in particolare operativo.

in linea di principio, la Corte ritiene che non vi sia motivo di limitare nel tempo gli effetti della presente sentenza, rispondendo a società per le quali il diritto dell’Unione non può essere invocato per presentare richieste di risarcimento relative a voli che erano soggetti a ritardi prima della data di consegna della sentenza , ad eccezione dei passeggeri che hanno già intentato un’azione legale per il risarcimento alla data della presente sentenza.